poesia triste

qu’est-ce que c’est que l’amour? je crois que ce soit un séntiment difficile à définir, mais j’ai beaucoup aimé cette définition lue il y a pas longuetemps: c’est le "dépassement de soi".

Andare oltre il proprio ego ed unirlo, conciliarlo, modularlo assieme a quello altrui, un altro che si è scelto e che si ama.

je suis heureuse d’avoir réussi à éprouver ce sentiment, de l’avoir partagé avec autrui; je vais essayer de ne pas regretter le temps où j’ai été heureuse.

E’ ovvio che dopo la potenza devastante di tale sentimento ci si senta scossi e infreddoliti, come se ci trovassimo distesi sul bagnasciuga proprio al momento del passaggio dell’onda.

La vague est arrivée, elle nous a enveloppés à son passage, cela a été intense, mais elle est déjà passée et il nous reste cette saveur aigre-douce d’eau salée sur les lèvres, un gout qui sent la nostalgie et la rancune, et le sentiment violamment éteint, qui lutte pour etre à nouveau allumé.

E così stesi, infreddoliti, ce ne stiamo seduti sul bagnasciuga a contemplare l’orizzonte, nell’attesa che un’altra onda ci coinvolga, ci inebri e ci porti più lontano.

Tu as été pour moi la vague la plus haute, la plus douce et intense et, jusqu’à present, la plus importante.

Ogni granello di sabbia che mi hai lasciato sul corpo profuma di te, e per quanto mi sforzi di levarli, qualche granello resiste addosso. Lascierò tempo allo scorrere dei giorni per scostare almeno i granelli che mi si sono aggrovigliati al cuore.

Je ne sais pas ce que tu fais maintenant, je ne veux pas connaitre la vague qui t’as ammené au loin, je sais que tu m’as abandonnée sur la plage e que seul l’écho est resté, pour me rendre ton nom, urlé avec joie pendant les jours les plus beaux.

Ora chiuderò gli occhi e respirerò profondamente, fino a che il respiro tornerà regolare e fino a quando i miei occhi torneranno asciutti.

J’ai eu de la chance car je t’ai connue, ma petite vague.

Ti ho conosciuta piccola onda, piena di gioia e di colori, gonfia e fiera mi hai saputo trasportare su lidi lontani e lì ho vissuto, prima di essere restituita alla spiaggia con la quale mi trovo a spartire la solitudine.

Il est triste de te regarder t’évanouir, te faisant de plus en plus lontaine et petite.

Devo, ora, confrontarmi con uno spazio dalle dimensioni diverse, ora che tu non occupi più lo stesso posto.

E anche se barcollo ancora un poco perché non riconosco il terreno su cui poggio i piedi ed il nuovo cammino che mi si staglia dinnanzi, ho fiducia nell’equilibrio che verrà, che altrove mi sta già aspettando, e io non lo so.

 

 

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2 Responses to poesia triste

  1. indipendanza says:

    l’amore che si sporca le mani, più di ogni altro, è quello che resiste alla distanza nella quotidianità, senza essere annullato nella presenza-assenza di chi, quando si condividono troppi tempi e spazi, diventa un’abitudine.
    ed è questa la prova di amore più difficile, resistere alla lontananza, al dolore, alla tentazione, in nome di chi si ama. questo tipo di amore è un sentimento che si sedimenta, ma che non scompare.
    ps. piccolo pilota imbibito, non so chi sei ma i tuoi errori in francese danno una pista ( le petiT pilote, è maschile! )… comunque grazie per i complimenti 🙂

  2. le petite pilote trempé says:

    Un ulteriore definizione

    Il rapporto con l’altro è cresimato dal silenzio che riempie i gesti quotidiani.

    da:”L’amore si sporca le mani”

    Giuseppe Callegari Agosto 2007

    Sei molto brava a scrivere dovresti lasciar uscire questo tuo lato più spesso..

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