l’italia non è un paese povero, è un povero paese..

 

 

fuggo a grenoble a riabbracciare gli amici francesi per cinque giorni, e cade il governo.
‘sti italiani, non li posso perdere d’occhio manco una settimana che fanno su un casino!

ora la cosa più brutta è pensare a quello che verrà ( o peggio, a chi potrebbe RITORNARE ).
sto già pensando: clandestinità o emigrazione?

perché chi ha una mentalità progressista in italia deve sempre pensare a fare le valigie?
vorrei almeno poter dire di essere triste.
ma non che questo governo mi facesse impazzire.
era, semplicemente, il minore dei mali.


ora, assumo che vivo in un Paese di destra, e che c’è poco spazio per me
la mia scelta è sempre la stessa: restare fedele ai miei principi
agire nei luoghi della sinistra, negli spazi sociali
in quegli atolli incontaminati dalla sete di potere e dalla corruzione che caratterizza
la politica nel mio Paese.

ora però sono un po’ più scoraggiata, e sola di fronte al pericolo
di un Napoleone bis, senza cavallo, ma cavaliere.


Aveva ragione M*:
la storia si ripete,

la prima volta come tragedia,
la seconda come farsa;

e la seconda può essere più grottesca della prima.

 


 

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