Beata ingerenza

«Oltre all'abominevole terrorismo dei kamikaze, che occupa quotidianamente la nostra cineteca mediatica – ha detto mons. Angelo Amato – c'è il cosiddetto "terrorismo dal volto umano", anch'esso quotidiano e altrettanto ripugnante, che viene subdolamente propagandato dai mezzi di comunicazione sociale, manipolando ad arte il linguaggio tradizionale, con espressioni che nascondono la tragica realtà dei fatti», come quando l'aborto viene chiamato «interruzione volontaria della gravidanza e non uccisione di un essere umano indifeso» o quando l'eutanasia viene chiamata «più blandamente morte con dignità».

Nel ragionamento del numero due della Congregazione per la dottrina della fede, alla "razione giornaliera" di male si aggiunge il male che resta "quasi invisibile" ma che «esiste nelle sedi più impensate e che, paradossalmente, viene presentato come bene», come espressione del «progresso dell'umanità». L'arcivescovo ha citato le cliniche abortiste, «autentici mattatoi di esseri umani in boccio»; i laboratori dove si "fabbrica" ad esempio la Ru 486, o dove «si manipolano gli embrioni umani»: i parlamenti delle «cosiddette nazioni civili», dove si «promulgano leggi contrarie all'essere umano».
A questo si aggiungono le cosiddette sette sataniche che praticano «un vero e proprio culto sacrilego del male».

 

Questo è l'estratto di un articolo sulle ultime, sconvolgenti dichiarazioni della Congregazione per la dottrina della fede. Sono parole gravi e pesanti, che non dovrebbero essere pronunciate in un paese democratico in cui avvenga la separazione dei poteri, come vuol'essere l'Italia.
L'ingerenza della Chiesa diventa invece la norma, soprattutto in seguito all'elezione di Benedetto XVI.
Perché i preti non si limitano a svolgere le loro funzioni? Perché devono fare la morale a tutti, nonostante non siano stati interpellati? Perché condannano chiunque non rientri nel loro schema?
M'infastidisce molto questa presunzione di superiorità:
queste affermazioni sono un'offesa nei confronti di tutte quelle donne che hanno conosciuto la difficile esperienza dell'aborto, e di tutte quelle che hanno saputo aiutare le donne in difficoltà nonostante i moralismi e le ingerenze di matrice cattolica.

Dedico un pensiero a tutte quelle donne che, in Italia e nel mondo, si battono perché la gravidanza possa essere, sempre, una scelta.
A tutte coloro che hanno pagato sulla loro pelle il prezzo di una distrazione, di una fatalità, quando non addirittura di una violenza e che hanno ricorso all IVG.
A tutte coloro che hanno tutelato questo inalienabile diritto della donna, padrona del suo corpo, artefice della sua maternità.

In Italia stiamo assistendo a una nuova crociata contro la sessualità, il diritto all'aborto, gli orientamenti sessuali "altri" e la laicità.
Alziamo la voce affinche nessuno tocchi il corpo delle donne e affinché lo Stato non ceda al ricatto della religione, che è e deve restare nient'altro che una questione privata.

 

 

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